Percorrendo in macchina le strette stradine che attraversano le colline romagnole – a mio avviso tra le più belle insieme a quelle toscane – si possono ammirare dei panorami incredibilmente belli: colori intensissimi, sfumature di verde e macchie di giallo che si alternano che, non solo in primavera ma anche d’inverno, compongono immagini che ricordano dei dipinti ad acquerello.
In inverno, la mattina presto e con una leggera foschia, ci si può imbattere in panorami malinconici e lievemente noir come quello che si può vedere qui sotto in una foto che ho scattato andando a Castelnuovo in una mattina invernale.
È in questo contesto che in provincia di Forlì, percorrendo la SS67 che da Meldola va verso Santa Sofia, essendo ben accorti, si può notare l’indicazione per Castelnuovo.
(a fine articolo si sono le indicazioni di Google Maps con il percorso per arrivarci).
La Torre di Castelnuovo è quel che resta di un antico borgo del tardo medioevo, di cui si possono ancora ammirare i resti della Torre che gli Ordelaffi fecero erigere nel 1350 e il campanile dell’antica pieve romanica.
Di Castelnuovo, la cui esistenza è documentata fin dal 900, si sa che appartenne alla nota famiglia De’ Calboli e che era inizialmente conosciuto con il nome di “Castrum novi”.
Dopo essere stato di proprietà di Lamberto, Signore di Castrocaro, fu donato nel 1141 alla Chiesa di Ravenna, per ritornare poi dopo lunghe battaglie tra le famiglie forlivesi per averne il possesso, ai de’ Calboli e ai Malatesta di Giaggiolo.
In questo periodo si ritiene che il il Castello di Castenuovo possa essere stato teatro del celebre episodio di Paolo e Francesca, gli amanti di cui ci racconta Dante nel V Canto dell’Inferno: questo perché Paolo era il capostipite della dinastia dei Malatesta della vicina Rocca di Giaggiolo.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.”
Canto V della Divina Commedia – II cerchio dei lussuriosi – Paolo e Francesca
Riacquistato dalla Chiesa di Ravenna nel 1234 passò poi nel 1350 agli Ordelaffi che fortificarono il sito e vi fecero costruire la torre.
Nel 1362 grazie all’opera del cardinale Egidio Albornoz la chiesa riuscì nuovamente ad impossessarsi del Castello, che nei secoli successivi vide la passo in mano ai governi di Caterina Sforza e poi di Cesare Borgia e infine della signoria Veneta che lo fece proprio fino al 1509, governandolo con dei suoi vicari.
Dell’antico complesso restano alcuni suggestivi ruderi del Castello, del Campanile dell’antica Pieve del 1400, con accanto il piccolo cimitero.
Dell’antico nucleo restano gli alti ruderi della torre, messa in posizione dominante in cima al colle, un agglomerato di case e ad un centinaio di metri verso valle i resti del campanile della pieve risalente al XV’ secolo.
Dove si trova la Torre di Castelnuovo
A proposito: non ci sono problemi di parcheggio per l’auto, anche se io ho scelto la soluzione più eccentrica 🙂
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