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Francesca Sanna Sulis, cui oggi è dedicato il doodle di Google, potrebbe essere considerata come un embrione di rivoluzione industriale nel 1700 italiano.
Chi è Francesca Sanna Sulis
Intorno alla metà del 1700 questa donna con il fiuto per gli affari, fu imprenditrice nel Regno di Sardegna e si emancipò con la seta.
In quel periodo lei, che era figlia di ricchi imprenditori terrieri della zona agricola del Sarrabus, pensò di trasformare le sue terre in un “impero” della moda.
Sfruttò una legge che in quegli anni spingeva la coltivazione del gelso decidendo di distribuire la pianta su più di 400 ettari di terra, allo scopo di nutrire bachi da sera.
In questo modo riuscì ad ottenere un filato così pregiato da essere richiesto sia in Lombardia che in Piemonte. Lei, però, evidentemente spinta da uno spirito imprenditoriale innato, scelse di usare il tessuto per le sue creazioni, che ben presto si diffusero in tutta la borghesia della Sardegna.
In pochi anni la sua piccola azienda familiare si trasformò in una realtà con oltre 700 dipendenti e gli abiti che produceva iniziarono ad essere conosciuti, apprezzati e desiderati anche fuori dall’isola e nelle corti che contavano: quella sabauda, quella meneghina fino al Palazzo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Giunta lì, riuscì perfino a conquistare la zarina Caterina di Russia.
Orfana della madre dall’età di un anno, Francesca Sulis si trasferì nella residenza paterna a Cagliari, dove il suo talento fu coltivato e crebbe in una famiglia colta, moderna e illuminata.
Certo, imparò a ricamare e a cucine, ma, soprattutto, imparò a leggere, scrivere e, come si dice, a far di conto. Iniziò anche a immaginare, disegnare e realizzare vestiti sulla base delle sue visioni creative.
In quel periodo i vestiti erano disegnati principalmente per essere vistosi e adatti alla moda sfarzosa dell’alta borghesia cagliaritana.
I colori che scelse, insoliti per il tempo, divennero il carattere distintivo della sua moda.
Il matrimonio e la spinta imprenditoriale
Nel 1735 sposò, in un matrimonio combinato, Pietro Sanna Lecca che di certo la aiutò e supportò nella sua visione di essere imprenditrice.
Il marito, infatti, la incoraggiò a lavorare a differenza delle usanze dell’epoca, ma le fornì tutto il supporto legale e i consigli necessari a firmare proficui accordi commerciali sia con la Francia sia con le corti italiane.
La prima sfilata del mondo si deve a Francesca Sanna Sulis
A Francesca Sanna Sulis si deve la prima sfilata nel mondo: nel 1748, infatti, il conte milanese Giorgio Giulini affascinato dalle sue creazioni, volle organizzare la prima sfilata di moda al mondo.
Al Circolo dei nobili di Milano, vicino al Castello Sforzesco, modelle in carne e ossa sfilarono con indosso abiti che fino ad allora erano sempre stati solo indossati da manichini.
Welfare e Smart Working: le innovazioni di Francesca
La Sardegna era un paese molto povero e prevalentemente rurale: già da bambini i giovani venivano spinti verso il lavoro nei campi piuttosto che verso libri e cultura.
Francesca decise che nella sua azienda non avrebbero lavorato i minori e realizzò una sorta di nido aziendale affidato alle suore perché potessero educarli a leggere e scrivere.
Proprio per questa sua visione e questo suo impegno, dopo la sua morte, infatti, la Sulis ricevette l’onorificenza di Benemerita della Pubblica Istruzione dal Re Carlo Alberto di Savoia.
Lo smart working si deve a lei.
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Non solo scuola per i ragazzi: l’imprenditrice scelse di concedere alle donne che lavoravano per la sua azienda quello che oggi chiamiamo “smart working”.
Per permettere loro di conciliare lavoro e famiglia nel migliore dei modi, fece portare a casa delle sue dipendenti un telaio per consentire loro di continuare a tessere pur essendo a casa.