Auschwitz Birkenau: ho visto l’orrore con i miei occhi

Auschwitz Birkenau: ho visto l'orrore con i miei occhi

Sono stato qui poco più di un anno fa. Quello che ho provato durante tutta la visita è stato un senso di frustrazione, di alienazione, di cappa sulle orecchie, intorno alla testa: come se stessi guardando qualcosa che era troppo orribile da concepire, troppo disumano per essere perpetrato da esseri umani su altri esseri umani, e allora, in qualche modo, la mia coscienza cercasse di allontanarsi da quella realtà. Più volte, tra me e me, mi ripetevo “non è possibile“.

E poi quel silenzio quando in certi momenti mi fermavo per qualche secondo dopo che gli altri visitatori erano andati via da una stanza, quel silenzio agghiacciante in cui sembrava quasi di sentire e poter toccare, allungando una mano, la sofferenza che ha abitato quelle pareti. Come se fosse un peso reale, fisico, che mi schiacciava a terra, un buio improvviso che oscurava occhi e mente.

Questo siamo? Di certo possiamo farlo, come esseri umani, e lo abbiamo fatto. Non possiamo fare finta di nulla, è necessario sentire questo peso e rendersi conto che dovremo essere più forti, più equilibrati, più comprensivi per non essere mai più così inumani.

Consiglio a tutti di andare a visitare Auschwitz, perché solo così si può capire davvero. Solo così si può smettere di fare anche solo piccole battute pensando che siano innocenti scherzi su questo sterminio, sugli Ebrei e su qualunque cosa riguardi questo orrore.

Auschwitz Birkenau foto

Come si fa a visitare Auschwitz?

Visitare Auschwitz è un’esperienza che richiede preparazione, sia pratica che emotiva. Il sito è accessibile sia con visite individuali che guidate. Per chi preferisce un percorso accompagnato, ci sono educatori specializzati pronti a condurre i visitatori attraverso le testimonianze di questo luogo. Per chi invece vuole affrontare l’esperienza da solo, esiste la possibilità di prenotare un biglietto gratuito sul sito ufficiale, ma anche in questo caso è necessaria la prenotazione.

Camminare per Auschwitz non è semplicemente visitare un museo, ma un atto di memoria: ogni passo è un confronto con ciò che è stato, un invito a riflettere sul passato per costruire un futuro migliore.

Per tutte le informazioni per visitare Auschwitz, ecco il sito ufficiale: https://www.auschwitz.org/en/

Oswiecim: la città dove si trova Auschwitz

Oswiecim è il nome polacco della città in cui si trova il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Prima della Seconda Guerra Mondiale, era una tranquilla cittadina della Polonia meridionale, situata nella regione della Piccola Polonia, non lontano da Cracovia. Il nome tedesco “Auschwitz” fu attribuito alla città durante l’occupazione nazista, quando i tedeschi ne cambiarono la denominazione e vi costruirono uno dei simboli più terribili della Shoah.

Gli abitanti di Oswiecim, oggi, convivono quotidianamente con il peso della memoria storica e il flusso continuo di visitatori che giungono per commemorare le vittime.

La città ha fatto passi importanti per educare e sensibilizzare le persone sulla storia e sull’importanza della tolleranza e della pace. Esistono musei e iniziative locali, come il Centro per il Dialogo e la Preghiera di Oswiecim, che lavorano per promuovere la comprensione e il dialogo interreligioso.

Perché il 27 gennaio è il Giorno della Memoria?

Il 27 gennaio 1945 è una data che ha segnato una svolta nella storia dell’umanità. Fu il giorno in cui le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, rivelando al mondo l’indicibile orrore che vi si celava.

Questa data è stata scelta dall’Assemblea generale dell’ONU per istituire il Giorno della Memoria, un momento in cui l’intera umanità si ferma per ricordare le vittime della Shoah, dei campi di sterminio e di tutti i crimini contro l’umanità perpetrati dal nazismo. Ricordare non è solo un atto simbolico: è un impegno collettivo per evitare che l’indifferenza e l’odio si trasformino di nuovo in tragedia.

Quanti sono i sopravvissuti alla Shoah?

Dei milioni di persone deportate nei campi di concentramento, si stima che siano sopravvissuti circa 500.000 individui, tra cui 200.000 ebrei.

Pensare a questi numeri è devastante: un’intera cultura, comunità, intere famiglie cancellate dalla brutalità del genocidio. Ma i sopravvissuti non sono solo numeri: sono testimonianze viventi di resilienza, custodi di una memoria che ancora oggi ci insegna il valore della vita e della dignità umana. È attraverso le loro storie che tutti abbiamo potuto conoscere l’orrore della Shoah e la necessità di ricordare.

Qual è la differenza tra Olocausto e Shoah?

Sebbene spesso usati come sinonimi, i termini Olocausto e Shoah hanno sfumature diverse.

  • Olocausto” deriva dal greco e significa “sacrificio bruciato“, un termine che, pur diffuso, non cattura pienamente l’essenza di ciò che accadde.
  • Shoah“, invece, è un termine ebraico che significa “catastrofe” o “distruzione” e viene considerato più adeguato per descrivere il genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti. La Shoah è una tragedia che si radica in secoli di antisemitismo, una manifestazione estrema di odio che ha avuto conseguenze devastanti non solo per il popolo ebraico, ma per l’intera umanità.

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